Studenti UNIPA: l’impegno non basta se non vuoi laurearti tardi!

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Se sei uno degli studenti UNIPA che studia e si impegna per laurearsi velocemente e con voti alti, può esserti capitata in prima persona una situazione simile a quella che è capitata a Maria, e che adesso ti racconterò brevemente.

Studenti UNIPA: la triste storia di Maria (e come l’impegno all’Università non basta se vuoi laurearti velocemente e con voti alti)

Maria si era preparata al suo prossimo esame studiando per mesi il libro che il professore le aveva consigliato di usare esattamente all’interno della scheda di trasparenza che era riuscita a trovare all’interno del sito della sua facoltà, convinta che quel libro era la chiave per preparare al meglio l’esame che doveva affrontare.

Pagina dopo pagina, si immaginava già il figurone che avrebbe fatto una volta finita l’interrogazione, quando finalmente il suo impegno sarebbe stato ricompensato dal voto che sentiva di meritarsi, dato che stava praticamente immagazzinando una quantità spropositata di informazioni.

Pensava costantemente al momento dell’interrogazione, mentre ancora teneva tra le mani il malloppone pesantissimo da 1000 pagine che aveva acquistato e che ormai era diventato il suo fedele compagno di studio, nonostante i crampi alle mani che quel macigno le causava a causa della pesantezza di tenerlo con sé per tutta la giornata .

Come se non bastasse, durante tutta la durata della sua preparazione, aveva praticamente azzerato qualsiasi contatto con l’esterno: non voleva che qualche possibile normale distrazione potesse sabotare la sua tabella di marcia e mandare all’aria i suoi piani per l’esame, a cui teneva tantissimo.

Studenti UNIPA: arriva infine il giorno dell’esame…

Finalmente, giunto il fatidico giorno, Maria si recò la mattina dell’esame nell’aula dove, insieme agli altri studenti UNIPA, attese l’arrivo del professore e degli altri assistenti.

Riconobbe subito un suo collega di corso, decise di sedersi accanto a lui e i due iniziarono a parlare di quanto avessero studiato nei mesi precedenti e di come avevano approfondito i vari argomenti.

Una cosa che la stupì fortemente fu venire a sapere dal collega che lui aveva scelto consapevolmente di non comprare il manuale consigliato dal professore rinunciando volontariamente a quelle innumerevoli pagine e concentrandosi invece sugli appunti presi a lezione dagli altri colleghi di corso che già avevano dato l’esame col professore qualche mese prima e che avevano preso, grazie a quegli appunti, ottimi voti.

Anche se la cosa le sembrava strana, decise di non dare tanto peso a quell’aspetto e, anzi: la giudicò come una mancanza del suo collega, che secondo lei lo aveva fatto per “studiare meno pagine”.

Se il suo collega aveva avuto questa mancanza di cura nello studio della materia, lei non l’aveva avuta.

Aveva passato mesi nel tentativo di apprendere al meglio possibile le infinite pagine che aveva letto.

Era praticamente diventata un involucro di nozioni, e come una mitragliatrice era pronta per spararle a raffica alla commissione che avrebbe dovuto affrontare.

Sentiva di avere la padronanza dell’intera materia e che, avendola, avrebbe avuto quello che si meritava.

Il professore avrebbe dato a Cesare quel che è di Cesare, e a lei ciò che era suo.

Fiduciosa e decisa a dimostrare quanto valeva, attendeva il suo turno che si avvicinava sempre di più.

Finalmente il suo turno arrivò e, seduta davanti al professore per iniziare quella che sarebbe stato l’inizio di una interrogazione da sogno, si sentiva pronta a dimostrare quanto aveva lavorato duramente nei mesi precedenti.

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Studenti UNIPA: la clamorosa rivelazione di Maria che la lasciò senza parole

Solo che… alla prima domanda non rispose proprio in modo ottimale.

E non perché si fosse fatta prendere dall’ansia o dall’emozione, per niente.

Aveva tutto sotto controllo.

Ma non ebbe neanche il tempo di capire la causa di questo “successo a metà” che il professore la incalzò con una successiva domanda, e di nuovo si ripresentò lo stesso triste quadretto.

La cosa fu ripetuta una terza volta, finché un “Basta così…26 va bene?” decretò la fine dei giochi e la demolizione di qualsiasi speranza di ottenere il massimo.

3 domande fatte, voto finale 26.

Mentre Maria prese il suo libretto con quel voto accettato, simile ad una ferita di guerra, e si allontanò in disparte, decise di seguire, ancora frastornata per la botta ricevuta, l’interrogazione di quel suo collega che nel frattempo era stato chiamato alla cattedra per l’interrogazione sedendosi nello stesso posto che lei aveva abbandonato sconfitta qualche minuto prima.

Domanda dopo domanda, osservava con enorme stupore la reazione compiaciuta del professore, la stessa ed identica espressione che lei per mesi si era immaginata di ricevere per la sua interrogazione.

I minuti passavano pesanti, scanditi da un ticchettio interno e muto all’esterno, finché impietrita, la giovane studentessa lesse il labiale dell’insegnante che, prendendo il libretto del collega, pronunciò queste esatte parole:

“tttreeeentaaa eee looodeeee”.

Maria non poteva crederci.

Non poteva crederci, per lei era impossibile.

Il suo impegno assiduo, aver appreso quelle enormi quantità di informazioni non avevano assolutamente fatto la differenza all’esame.

Anzi: le avevano di fatto impedito di prendere il voto che desiderava raggiungere.

L’essersi barricata in casa studiando ininterrottamente il libro di testo consigliato avevano giocato a suo sfavore, mettendole i bastoni fra le ruote nella sua corsa per raggiungere il massimo dei voti all’esame.

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Studenti UNIPA: cos’era successo veramente?

Ma cosa era successo? Cosa aveva permesso al suo collega (che faceva parte come lei degli studenti UNIPA) di prendere il massimo dei voti anche se non aveva nemmeno toccato il libro consigliato dallo stesso professore e a lei, nonostante l’impegno, di prendere un voto che non rispecchiava per niente la sua reale preparazione?

Qual è la vera ragione che aveva impedito a lei di coronare un’interrogazione degna degli enormi sacrifici – sicuramente non minori di quelli fatti dal collega che aveva preso il massimo dei voti – fatti nei mesi di studio con un voto che li rispecchiasse?

Sei curioso di scoprirlo?

La risposta a queste domande la troverai all’interno del libro “Come Laurearsi Velocemente e con Voti Alti” che io e Nicola abbiamo scritto.

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All’interno del libro troverai, inoltre, le cause che per adesso non ti fanno avere i voti che meriti all’Università e non permettono alla tua media di schizzare verso l’alto come vorresti, nonostante gli sforzi, il duro lavoro e l’impegno che ci metto nello studio (proprio come è successo a Maria) e gli strumenti che ti permetteranno di schiacciare con una violenza irrefrenabile e inaudita il pedale dell’acceleratore del tuo percorso universitario e arrivare prima e meglio al tuo traguardo che è la laurea.

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Per oggi è tutto, alla prossima!

 

Ad un futuro degno degli enormi sacrifici che stai facendo!

Attilio Cordaro

Co-fondatore di Appunti Condivisi – Specifici per la Tua Università, Facoltà e Corso di Studi.

Co-Autore del libro Come Laurearsi Velocemente e con Voti Alti(disponibile su Amazon.it).

About The Author

Attilio Cordaro

Attilio Cordaro è un laureando in Giurisprudenza, con una grande passione per il mondo imprenditoriale e la comunicazione. Ha fondato insieme a Nicola Appunti Condivisi - Specifici per Università, Facoltà e Corso di Studi (www.appunticondivisi.com). Ad oggi si impegna con costanza per terminare i propri studi e per migliorare se stesso. E' una persona carismatica, emotiva e tenace. Il suo desiderio è creare qualcosa che cambi davvero la vita delle persone!

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